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“L’osteopatia è una medicina alternativa volta al trattamento di disfunzioni fisiologiche attraverso un particolare tipo di manipolazione, detta manipolazione osteopatica.

Lo scopo dell’osteopatia è quello di riportare una situazione non fisiologica entro dei limiti di normalità fisiologica.”

(cit. Wikipedia)

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In questo momento, caratterizzato da confusione e falsi miti, sarebbe forse più corretto chiedersi chi è l’Osteopata? ( la “O” maiuscola non è un caso!).

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Attualmente in Italia è possibile diventare Osteopati attraverso due percorsi formativi.

Il primo percorso per diventare Osteopata è la Scuola a Tempo Parziale, aperta esclusivamente ai laureati di I e II livello in area medico sanitaria e in scienze motorie. Parliamo ad esempio dei laureati in Medicina e Chirurgia, dei laureati in Odontoiatria o in Fisioterapia, Chinesiologi ecc.

Questo tipo di percorso ha una durata di 6 anni organizzati in circa 8-10 moduli formativi nell’arco di ogni anno.

Il secondo percorso per diventare Osteopatia è rappresentato dalla Scuola a Tempo Pieno aperta ai diplomati della scuola media superiore.

Questo ha invece una durata di 5 anni e prevede la frequenza obbligatoria alle lezioni che generalmente si svolgono per l’intero anno scolastico. La formazione a tempo pieno include anche il tirocinio clinico.

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A differenza di ciò che accade nel resto dell’Europa e in America, l’osteopatia e di conseguenza, la figura dell’osteopata sono ancora in attesa di una normativa che li definisca con precisione.

Così nell’italianissimo tentativo di favorire una o più lobby, si sponsorizza di fatto, l’abusivismo. Ormai quasi quotidianamente, infatti, nascono sedicenti scuole e pseudo corsi formativi (a volte della durata di pochi giorni) con costi molti elevati, i quali millantano la possibilità di ottenere il titolo di osteopata.

Come difendersi, allora, da terapisti manuali osteopatici, esperti in osteo-tecniche, terapisti cranio-sacrali, e osteo-sciamani di sorta?

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Semplice. Perché sia la scuola a tempo pieno che quella a tempo parziale sono generalmente organizzate secondo lo standard formativo europeo e conferiscono, al termine del percorso di studi, il Diploma in Osteopatia, abbreviato con la sigla D.O., che il professionista che lo possiede indica accanto al proprio nome.

L’Osteopata Possedere un Diploma in Osteopatia (D.O.) consente all’Osteopata di associarsi al Registro Osteopati Italiano (R.O.I.).

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Questa associazione valuta e approva gli standard formativi delle scuole e fornisce i parametri ed i requisiti per potersi definire un’Osteopata.

L’iscrizione al registro non è obbligatoria, ma il professionista che ne fa parte solitamente lo indica con l’acronimo m.R.O.I. cioè Membro del Registro Osteopati Italiano.

La consultazione dell’elenco degli associati R.O.I. è pubblica e gratuita e può essere fatta direttamente dal sito www.roi.it.

Scegliere di rivolgersi ad un Osteopata D.O. non rappresenta la certa risoluzione del problema per cui lo si consulta. Significa però affidare il proprio corpo e la propria salute a mani esperte e debitamente preparate a scapito di “praticoni” che con tecniche errate e non idonee potrebbero anche peggiorare il problema.

E scusate se è poco…

 

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